THE GIFT

CINEMA ODEON, mercoledì 6 dicembre, ore 9,30

 THE GIFT (Belek)     

                                                                                          

Regia e Sceneggiatura: Dalmira Tilepbergen; Fotografia: Akjol Bekbolotov; Montaggio: Dalmira Tilepbergen, Azat Mamunov, Eugeni Krokhmalenko; Musica: Eugenii Kim; Produzione: Gulmira Kerimova, Sadyk Sher-Niyaz, Dalmira Tilepbergen, Alex Telnov, Kirgisistan, 2023, 88’

Premi: Grand Prix e il premio NETPAC al  Bengaluru International Film Festival; Premio della Giuria al New York International Film Festival; Commendation of Ecumenical jury award allo Schlingel Film Festival

Età consigliata: 12+

Questo film racconta la storia della piccola Arno e della sua famiglia, composta da altre quattro sorelle, dai genitori e dall’anziano nonno, e  di un altro sparuto numero di persone che vivono in un remoto pascolo tra le alte e maestose montagne dell’Asia centrale. Sua madre è incinta e l’unico desiderio di suo padre è che lei dia alla luce un maschio. L’uomo viene preso in giro, quasi sfidato, da un altro abitante della zona, perché  tutti i suoi tentativi di avere un figlio sono stati frustrati dalla sorte!  Lo sfidante ha due maschi, ma è terribilmente infelice perché ha perso l’amata moglie e soffre per la solitudine. I suoi figli sono soli, lasciati senza guida e controllo e vivono da sbandati. Sembra che il destino abbia giocato con le vite dei due uomini, lasciandoli senza consolazione, in balia dei sentimenti più distruttivi, così da far subire le conseguenze delle loro azioni ai figli.

E’ dal nome scelto dal padre per le figlie che si comprende il dramma delle ragazze: non hanno nomi propri, ma definizioni che ne sanciscono in modo crudele la “non esistenza”: sono tutti sinonimi di “nessuno”, “senza nome”, “mancanza”, “vuoto”… Non sentirsi viste dal padre e anzi rifiutate, solo per essere nate “femmina” procura una grande sofferenza alle sorelle. Sono belle, intelligenti e sane, la mamma e il nonno se ne prendono cura, ma il padre testardamente continua a lottare contro il fato, che reputa ingrato e ostile. La sorella più grande consiglia ad Arno di rassegnarsi, di rinunciare ai suoi tentativi di essere accettata. Anche lei come Arno aveva finto di somigliare a un maschietto, tenendo nascosti i capelli e i segni della sua femminilità, ma, dopo aver compreso che niente sarebbe cambiato, aveva accettato il suo essere una ragazza. Il film racconta la vita e le dinamiche sociali in questo angolo di mondo, dove regna il patriarcato e la natura è incontaminata, affascinante e impervia. Con un colpo di scena si affaccia in quei luoghi, raggiungibili a fatica, un rappresentante dell’Occidente e a noi spettatori, ascoltandone i discorsi, capita di provare vergogna per la meschinità dell’approccio con altre culture e tradizioni. Il dramma di Arno è legato a una sua imprecazione (più che giustificata) che segna il suo destino e quello dei suoi cari. Il film è autobiografico, un racconto intimo e commovente, che permette alla regista di fare i conti con il suo passato e di riconciliarsi finalmente con suo padre. Il film esplora le delicate sfumature delle aspettative di genere, facendo luce sulle sfide affrontate dagli individui che si sentono intrappolati nelle norme culturali. La vita tradizionale sulle montagne del Kirghizistan offre ai bambini molta libertà, ma richiede anche modelli di comportamento e ruoli definiti. Basato sui ricordi personali della regista, ci invita a mettere in discussione i costrutti sociali ed esplorare il profondo impatto che hanno sulle dinamiche familiari.

DALMIRA TILEPBERGEN è nata nel 1967 nella regione Issyk-Kul nel Kirgisistan. Sin da giovanissima si è dedicata alla scrittura. Si è laureata nella Facoltà di Filologia dell’Università Nazionale a Bishkek nel 1989. Dal 2000 ha iniziato a girare i suoi film. Dopo aver completato la scuola di cinema a Mosca, ha realizzato numerosi documentari in Russia e Kirghizistan. Il suo primo lungometraggio “Under Heaven” è stato proiettato in numerosi festival cinematografici tra cui Canada, Stati Uniti, Russia, Kazakistan e Giappone. Nel 2015, al Montreal World Film Festival, ha ricevuto una menzione speciale della giuria per la migliore opera prima.

TEMI Trattati: Identità di genere – Patriarcato – Rapporti intergenerazionali