BRATAN

CINEMA ORIONE, venerdì 01 dicembre ore 21.00

BRATAN                 

                                                 

Regia: Bakhtyar Khudojnazarov; Sceneggiatura: Bakhtyar Khudojnazarov, Leonid Machkamov; Direttore della Fotografia: Achmad Bakajev; Montaggio: Tatiana Maltseva; Scenografia: Nigmat Jouraiev; Costumi: A. Allabergenova; Musica: Achmad Bakajev; Interpreti: Firus Sasaliyev (Farukh), Timur Tursunov (Azamat);  Restauro: Veit Helmer-Filmproduktion, Laboratorio: Cinegrell; Produzione: Tajik Film Soyus Telefilm; URSS, 1991, 98’

In Concorso al IX Festival Internazionale Cinema Giovani di Torino (1991) dove ottenne il premio come miglior film. Riproposto, restaurato, dalla Biennale di Venezia nella Sezione Venezia Classici, 2023

Età consigliata:  13 +

Due fratelli, uno di 17 e l’altro di 7 anni, vivono con la nonna in una remota cittadina tagìca: si chiamano Farukh e Azamat, soprannominato “Pancake”. Il ragazzo più grande sembra coinvolto nella microcriminalità: lui e i suoi compagni lanciano fagotti contenenti vodka oltre le mura della prigione cittadina per rifornire i detenuti. Ma in quella cittadina Farukh si annoia, non ha stimoli e la responsabilità per la crescita del fratellino gli pesa troppo. Coltiva un piano, raggiungere il luogo dove è “fuggito” il padre, medico in un sanatorio: lui e il fratellino, curioso e vivace, saliranno a bordo di un traballante e antiquato treno merci, guidato dal loro amico, “zio” Nabi, affrontando un viaggio incredibile attraverso il Tagikistan, tra colline e montagne, città e villaggi, fino al confine afgano. I due ragazzi ignorano ancora le reazioni del padre alla loro vista. Sarà felice di rivederli? O continuerà ad ignorarli? Questo film è incentrato sul viaggio, non sul finale. Agli spettatori non resta che godere di una magnifica fotografia e di inquadrature che sembrano opere d’arte pittorica. Scorrono davanti ai nostri occhi di spettatori paesaggi brulli e assolati, alla maniera dei film western, con personaggi “strani” che entrano ed escono dalla scena, esperienze quasi surreali per i due fratelli: il treno a un certo punto sfida un trattore in una corsa lungo la strada parallela ai binari, e c’è una bella immagine di alcuni cavalli che galoppano davanti a loro, come in una specie di sogno. L’autista “Zio” è un personaggio giocoso, fa salire a bordo varie persone e si ferma nelle stazioni lungo il percorso e apparentemente intrattiene anche rapporti con le donne nella sua carrozza; questo è qualcosa che il piccolo Pancake riesce a malapena a comprendere mentre sbircia attraverso un foro. Il regista girò questo film a 28 anni, e il racconto ha una freschezza, una tenerezza e una malinconia che ricorda il primo Truffaut

BACHTJAR CHUDOJNAZAROV è nato a Dušanbe nel 1965, è morto a Berlino nel 2015 a soli 49 anni. Diplomato presso l’istituto di Cinema sovietico (Dipartimento di regia) di Mosca nel 1989. Da studente ha girato due cortometraggi, Jokers e Believe It or Not (presentato al Forum of Young Cinema di Carlov-Vary). Nel 1991 ha girato Bratan a soli 28 anni. Nel 1993 ha diretto il film Kosh ba kosh (Pari e patta) con cui ha vinto il Leone d’argento alla Mostra internazionale del cinema di Venezia, nel 1999 ha diretto Luna Papa, che ottenne diversi premi in vari festival internazionali e trionfato ai Nika russi: miglior film, regia e attrice, nel 2012 Waiting for the Sea, che aprì il festival di Roma. Il suo ultimo film fu Major Sokolov’s Courtesans, girato nel 2014

TEMI TRATTATI: Viaggio – Rapporti familiari – Avventura